Apprendere “costa fatica” ed un certo carico di disagio da affrontare…
Quando in apertura dei corsi lo faccio notare, spesso vengo guardato come una specie di “extraterrestre”…
Ma puntualmente, qualche minuto dopo, le risposte iniziano ad arrivare…
Prima di tutto dobbiamo “inquadrare” che cosa intendiamo nello specifico per apprendimento!
Molte persone che incontro, non distinguono ad esempio “l’imparare a memoria” dal “processo dell’apprendimento tramite ragionamento”…
Mentre nel primo caso ci si affida semplicemente alla registrazione ed alla ripetizione (limitandosi al conosciuto), nel secondo, tutte le informazioni vengono dapprima processate ed analizzate mentalmente, poi sperimentate a livello pratico, e successivamente reinserite nel primo passaggio attraverso le “nuove informazioni” che i risultati pratici hanno fornito; alimentando in questo modo un ciclo “virtuoso” della conoscenza.
Non so se ricordi la differenza tra “l’imparare a memoria una poesia” ed il saperne ricavare la prosa… quando andavo a scuola io, era una prassi piuttosto gettonata in materia di “italiano”, ed aveva come scopo “l’aiutare il lettore a comprendere alcuni significati che i poeti nascondono tra le righe delle poesie”!
Paradossalmente, il sottoscritto “preferiva di gran lunga affrontare questo secondo passaggio”, piuttosto che la ripetizione a mo’ di automa per imparare a memoria un testo… Ma non per tutti era così… anzi, per la maggioranza dei miei compagni, era molto più semplice realizzare l’altra via!
Ne emergeva quindi che “qualunque fosse la strada battuta”, per completare “il compito” si doveva faticare, affrontando in ogni caso una certa quantità di disagio: chi nell’imparare a memoria… chi nel ragionarci!
Con le moderne “scienze comportamentali” e gli studi a “livelli più alti”, sono approdato molti anni a seguire, nella scoperta di quello che gli “anglosassoni” chiamano Comfort-zone.
Ossia il campo “del conosciuto”, l’insieme degli “schemi abituali” che fa parte della “nostra normalità”… Quell’area esperienziale in cui proviamo una sensazione di sicurezza…
Segui i passaggi nelle 3 immagini a seguire per comprendere meglio:
FASE 1
E’ il nostro punto di partenza: IL PRESENTE…
FASE 2
Attraverso una “nuova esperienza” ci esponiamo al di fuori dei nostri schemi abituali, e sperimentiamo “il nuovo”, il non conosciuto…
FASE 3
Se superiamo il disagio iniziale e restiamo nella “nuova esperienza” per il tempo sufficiente, questa verrà integrata nel nostro “bagaglio abituale”…
LA “CRESCITA” PRENDE FORMA!
A vederla così, sembrerebbe “piuttosto semplice”, ma nella realizzazione pratica si incappa con altrettanta semplicità in 4 problematiche “psicoemotive” che posso sabotare l’evoluzione del processo!
- Arroganza (incapacità di mettersi in discussione!)
- Presunzione (sensazione di “saper già”!)
- Pigrizia (mancanza di volontà!)
- Mancanza di Coraggio (paralisi di fronte alla “Paura”!)
Questi “4 sabotatori interni”, ci mettono spesso “lo zampino” accrescendo in modo considerevole il disagio da superare per passare dalla FASE2 alla FASE 3!
Se malauguratamente si dovesse finire ad alimentarli, sarebbero in grado di trasformare un semplice ostacolo nel più inaffrontabile dei problemi, arrivando addirittura a suggerirci internamente la rinuncia all’azione come scelta più saggia!!!
In tal caso, giustificazioni di ogni sorta prenderebbero il sopravvento e si finirebbe per incanalare una quantità immane di energia nel trovare 1000 buoni motivi per “non fare” a fronte di 1 solamente “per poter fare”!
Nella nostra scuola di “gong fu” (kung fu), non è un caso che sulla parete della zona “condizionamento” si trovi la gigantografia:
“Chi NON vuole veramente, trova una scusa… CHI VUOLE VERAMENTE, TROVA UNA STRADA…!”
L’ambiente delle arti marziali tradizionali cinesi, ne rappresenta, da questo punto di vista, sicuramente un esempio emblematico…
Occorre tuttavia “comprenderne ed accettarne” alcuni aspetti “poco conosciuti” per poter assimilarne il valore autentico! (clicca QUI)
Dal punto di vista PSICOLOGICO, uno dei ruoli più importanti (quando si parla di apprendimento), lo giocano “LE CREDENZE”… ovvero quella “sensazione” di certezza rispetto qualcosa o qualcuno che avvertiamo in determinate situazioni!
Gran parte della “percezione della realtà” è infatti filtrata dalla nostra mente attraverso di loro, e se non siamo estremamente consapevoli di “cosa siano” e come condizionino le nostre dinamiche interne, finiremo per “agire da pseudo-automi” invece che servircene a nostro piacimento!
O sei in grado di gestire e sfruttare le “credenze”, o esse finiranno per dominarti e condurti dove “qualcosa o qualcuno” vuole che tu vada!
Questo passaggio “semi-sconosciuto” del comportamento umano, emerge inesorabilmente durante il processo di crescita, enfatizzando “non di poco” il disagio di cui parlavamo!
Lo schema a seguire, te ne riporta una visione “iper-semplificata”, e ti può permettere di comprendere “molti circoli viziosi” che caratterizzano il comportamento abituale di “chi è dominato dai propri credo”, invece che servirsene… (vedi sub-umano):
Anche dandogli una fugace occhiata, balza subito alla vista il “discriminante” ruolo che gioca in questo “processo nel processo” il focus di questo articolo: IL DISAGIO!
Risulta inoltre in modo evidente, la collocazione “pratica dei 4 sabotatori” ed in quale “dei 2 cicli” agiscano condizionando la natura dei risultati…
Ti va a questo punto di provare un simpatico esperimento?
Guarda indietro nel tuo “bagaglio di esperienze”…
Riesci ad inquadrare un caso dove ciò che abbiamo dibattuto si è manifestato?
Se la risposta è SI, prova a “rivivere quella situazione” e con l’ausilio del 4 antidoti miracolosi (umiltà, comprensione, volontà e coraggio), verifica se l’epilogo è il medesimo o qualcosa è cambiato! 😉
A volte “basta veramente poco”…
In altri casi, si ha bisogno di “una guida adatta” che supervisioni la nostra condotta… ma ricorda:
..se sarai in grado di unire “gli antidoti” all’impegno, alla costanza ed alla disciplina, quella “guida” per te stessa potrai un giorno esserlo TU!
Concludendo… se saprai “far tesoro” di queste righe e non ti limiterai alla semplice “comprensione” del testo, con un po’ di pratica riuscirai senz’altro a “digerirne i contenuti” e assimilarti “al tuo bagaglio personale”…
In quel preciso momento, non avrai più bisogno di raccontarti che “imparare non costa disagio”, abbandonando ogni percorso quando la realtà ti metterà davanti a questa verità…
Ne potrai invece percepire in anticipo “il prezzo da pagare” per ottenere i risultati a cui auspichi, e decidendo “di pagarlo”, affrontare il tuo percorso di crescita in modo più CONSAPEVOLE, EFFICACE ed EFFICIENTE!
A presto! 😉
– Sergio –