Una delle parole in cui m’imbatto maggiormente, è in assoluto: “disciplina”!
Sicuramente la mansione di insegnante, e per giunta di arti marziali, ne fanno un “patrimonio inestimabile” su vari piani…
Ma siamo veramente consapevoli del “VALORE AUTENTICO” che rappresenti?
Prima di tutto, vediamo di “chiarirci bene le idee”…
Facendo una breve ricerca in rete, mi sono imbattuto in un interessante e breve articolo che trovi cliccando direttamente QUI
Ti suggerisco vivamente di leggerlo, in modo tale da poter essere sicuri di “partire da un livello di consapevolezza” quantomeno simile…
L’accezione derivata dall’utilizzo di tale termine, ha creato nei secoli, una percezione “ambigua” del valore che essa rappresenta…
Avendo creato per i miei corsi, degli ambienti di studio autorevoli, mi sono accorto una volta di più, del terribile stato di “consapevolezza” in cui versa la persona media…
Il rapporto con il significato di questa parola va dal “rigore o severità” associato alla prepotenza (di solito a causa di un “subire” mal digerito in qualche ambiente autoritario)… alla necessità di un “regolamento” per poter convivere in un ambiente sereno…!
La polarità pre-giudiziosa con cui ci si relaziona a questo termine, passa dal “demoniaco al divino” senza mezze misure, celando tuttavia sotto la superficie, una marcata ma “scarsissima comprensione” del valore intrinseco che ne rappresenta…
Una veste celestiale ne viene ribadita negli ambienti “autoritari”…
Mentre una fiammeggiante livrea Luciferesca ne viene dipinta con ardore nei classici “ambienti pilato“! (ne parlo in modo schietto nell’articolo che ti si apre cliccando sulle parole sottolineate!)
Se sei d’accordo, vorrei provare in questo articolo ad “osservare” la questione da un’angolazione più obbiettiva e funzionale a livello pratico…
Per iniziare trovo “sensato” prendere in considerazione 2 diversi piani di riferimento:
- Quello FORMALE
- Quello SOSTANZIALE
N.B. non me abbia a male chi, rendendosi conto del ragionamento a seguire, ne abbia a risentirsi percependone una sorta di “svalutazione” del proprio modo di agire…
Se il “comprendere” i prossimi passaggi mette in discussione “ciò che si crede”, sussiste un tipo di problema che “non dipende dalle mie parole”, ma dal semplice fatto che CREDERE e COMPRENDERE non viaggiano (in quella mente) collaborando!
In pratica…
Esiste un contesto legato alla “forma”:
In cui ci riferisce alla disciplina come “l’insieme di regole” a cui un individuo “deve allinearsi” a livello di “apparenza”… essere puntuale… vestirsi in un certo modo… usare solo certi termini…
La “formalità a prescindere dal contenuto”!
Chi è “particolarmente sensibile” a questo tipo di “valore”, rischia di seguire il “monaco esclusivamente per il suo abito” e rimanerne accecato più di una talpa presbite e nata senza occhi!! (si parla infatti di “fede” nell’ambiente del saio!)
Non è un caso che molto spesso ci si ritrovi invischiati in “organizzazioni-setta”, dove la formalità sibillina su cui si è focalizzati, copre al lato pratico una sostanziale “inefficienza”!
NON FARTI PRENDERE PER IL CULO!!!
Il vero problema di “questi casi” non è riconducibile alla condotta “del leader autoritario o carismatico”, (che cavalca semplicemente la disponibilità degli adepti!), ma AL BASARSI, come gregario, ESCLUSIVAMENTE “SU CIO’ CHE SI CREDE” IN BARBA A CIO’ CHE SI COMPRENDE! (creando la DISPONIBILITA’ da cavalcare!)
Questo significa che chi “contempla una certa formalità” vuole mettertelo tra le natiche??
NO! Ma il rischio sussiste! Ok?
STAI LONTANO DAGLI AMBIENTI DOVE LA FORMALITA’ E’ OSANNATA E SI SPOSA CON DEI CREDO!
VERO E’ che un ambiente con una “formalità strutturata ad hoc” crea un “impatto di credibilità più efficace”… E’ proprio questo, paradossalmente, a generare il “rischio” di una penetrazione passiva controvoglia… Diciamo che si tratta di una “mano di vasellina profumata”… quello che succede poi va “oltre la gradevolezza dell’odore” ok? 😉
Esiste anche un contesto legato alla “sostanza”:
In cui ci riferisce alla disciplina come “strumento per delimitare l’impiego delle proprie risorse nella direzione di un risultato pratico”.
Un po’ come se “scavassimo l’alveo di un fiume” per portare l’acqua esattamente DOVE vogliamo e COME vogliamo! Ne disciplineremmo il “percorso”…
E qui nasce la necessità di “entrare un po’ sul pignolo”:
“L’avere un programma da seguire”, è senza dubbio una buona cosa… ma al di là di “fornire una traccia per le guide” (per cui al limite serve per disciplinare i docenti!!!!), il suo beneficio non va molto oltre!!!
La straordinarietà di questo valore, viene sublimato all’interno dei PROCESSI… Finche si resta su piani “superficiali” (formalità e “programma”), i benefici sono più affini a soddisfare meccanismi secondari (come l’ego) e legati al “sapere”. (più che al comprendere!)
Che cosa si intende con “processi”?
Da wikipedia:
In generale un processo è una rete di cambiamenti, attività o azioni collegate tra loro.
A seconda del contesto, il termine processo può assumere significati e sfumature diverse.
Se rifletti un attimo sulle 3 parole in neretto, ne esce qualcosa di STRAORDINARIO:
La disciplina è qualcosa che ha a che vedere con “i cambiamenti e le interazioni”…
Difficilmente “questo aspetto” può essere colto se si è troppo sintonizzati sugli aspetti formali… NON TROVI? 😉
Anzi… prova ad immaginarti una “classe disciplinata”… tutti ordinati e vestiti uguali… “come percepiresti un cambiamento all’interno di questo quadretto”??
Lo so… se fai parte di “quelli del CHINO’ e bevi FUORI DAL CORO”, quest’immagine ti fa sorridere e ti viene naturale immedesimarti nel “tizio azzurro”!!!
Ma se invece fossi “una sorta di invasato dell’ordine”… uno da divisa, preciso ed “estremamente accordato al piano formale”… Quella specie di puffo senza cappello, non lo prenderesti a sberloni?!?!?
Insomma, diciamocelo apertamente: “uno così stà facilmente sui coglioni”!!
E’ quello che ha la necessità di sentirsi diverso ignorando che si è “tutti uguali”! ( Almeno per chi sta sotto… QUELLI DI SOPRA sono moooooolto diversi!) 😉
Di solito se ne parla come fosse una sorta di “malato sociale”… 5 minuti dopo si decanta l’unicità individuale… dopo 10 si è in preda al peggiore dei conflitti interni:
Uniformarsi al gruppo… o seguire “se stessi”?
L’unione fa la forza… o chi fa per se fa per 3?!?!?!
Ok… perdonami… ti sto facendo venire il mal di testa vero? 😉
Torniamo sul piano “dei processi”…
Qual’è il VANTAGGIO PIU ‘GRANDE dell’utilizzo della disciplina nei PROCESSI?
Semplice…
AUMENTARE L’EFFICIENZA!
Se prendi in esame il “gong fu cinese” (kung fu) per esempio, scoprirai che “per i colti dagli occhi a mandorla” non si tratta dell’arte marziale… quello è “il contesto”… Si tratta invece dei “processi interni” allo studio delle arti marziali!!
Gong fu, significa infatti “impiegare tempo ed energia per migliorare, sviluppare abilità, fare bene”…
Un concetto “traducibile in modo estremamente limitato” nella nostra lingua, ma sicuramente “connesso al termine EFFICIENZA”!
Non è solo una questione di divenire EFFICACI in ciò che si fa… Ma EFFICIENTI nel modo di farlo!
(se vuoi capirne qualcosa in più puoi leggere l’articolo che trovi cliccando QUI!)
In altre parole, più che “strutturare la forma”, si dovrebbe “strutturare i processi” in modo tale da ottenere una “maggiore efficienza” in termini di risultati!
OK! E PERCHE’ DI SOLITO PRATICAMENTE “NESSUNO LO FA”???
SEMPLICE: “non sanno come farlo”! ( e imparare “costa troppo”!!! …e non mi riferisco “solo alla questione soldi”…ok?!)
Nella cultura “dei credo” e della “caccia al sapere facile”, il comprendere, sviluppare ed assimilare i processi, è quasi un “tabù”…
Difficilmente si “va oltre” il SEMPLICE “DEVI CREDERCI E POI FARE, FARE, FARE”!!!
La comprensione comporta fatica, disagio e impegno… e indovina un po?
SI TRATTA DI UN PROCESSO!!!! (a differenza del sapere…)
Insomma: è un “prodotto che pochi vogliono acquistare”!
Molto più facile “vendere” una formalità disciplinata che “processi disciplinati!!!
Molto più facile “cavalcare” dei credo che rompersi le palle a “comprendere”!!!
Poi casca inevitabilmente l’asino nel momento in cui si è chiamati a “VERIFICARE” i risultati… l’aver scelto di barattare la propria indipendenza con il comodo, passa a livello 2.0 nel tentativo infinito di “sollevarsi dalle proprie responsabilità”! E la colpa è del libro, dell’insegnante, dell’universo… insomma… di tutti tranne che se stessi…
Forse perchè si confondono “colpa e responsabilità”? 😉
Ma questo è un altro discorso…
Tuttavia, un “ottimo spunto” per intercettare il vero motivo per cui “in preda” al flusso modaiolo che gravita attorno alla parola AUTOREVOLE, molti cercano quel tipo di ambiente ed una volta trovato, SCAPPANO COME FOSSERO RINCORSI DA UN BRANCO DI ROTTWEILER AFFAMATI!!!
Disprezzano l’autorità “FUORI”, ma INTERNAMENTE “non vogliono accollarsi nessuna responsabilità per i propri risultati…” e NE BRAMANO LA POSIZIONE SOCIALE ed il potere che conferisce…
Cercano l’ambiente autorevole inconsapevolmente persuasi che IL PROBLEMA sia nella DISCIPLINA e nella responsabilità ad essa collegata, e cadono dalla padella alla brace:
Negli ambienti autorevoli la responsabilità parte dal basso e ricade sul singolo l’onere di “autodisciplinarsi” e “motivarsi”!
Molto meglio a quel punto, mandar giù le “legnate” da quello stronzo del kapo/maestro/guida/guru… che infondo “sa il fatto suo”… e qualche risultato ce lo fa anche ottenere!!!
L’IMPORTANTE e “crederci”, confidare nei “segreti”, sborsare soldi… e “seguire le regole” !!!
Perchè LA DISCIPLINA E’ QUESTO! O.o
Tu…?
Cosa ne pensi?
– Sergio –