Se sei un praticante o una persona incuriosita dal mondo del Tai Ji Quan (o Tai Chi Chuan) , quasi certamente ti sarai imbattuto, come me, nella leggenda del monaco Chang San Feng e della sua particolare “visione” in merito alla “morale” colta dal combattimento tra una gru e un serpente.
Se il tuo interesse va “oltre la chiacchiera da bar”, è tuttavia fondamentale processare le informazioni a cui hai accesso in chiave RAGIONEVOLE…
…onde evitare di costruire o rinforzare “convinzioni”, alimentando per giunta un “bug cognitivo” conosciuto come bias effect.
IL CASO non fa la regola…
La tendenza media di fronte agli eventi, specie se ci coinvolgono emotivamente, è quella di ancorarne il significato sviluppando una “sensazione di certezza”!
Tale sensazione, specie se si è “bisognosi di sicurezza”, assume spesso un tono “pervasivo” (talvolta anche assoluto) nella mente, opererando in modo “trasparente”.
La ragione, tuttavia, dovrebbe saggiamente permetterci di NON TRARRE UNA CONCLUSIONE DEFINITIVA basandosi su di un SINGOLO EVENTO.
Per varie ragioni, questo NON AVVIENE, e qualora accadesse, di solito “l’abitudine all’emotività” ne riduce drasticamente IL VALORE PERCEPITO.
Per uscire dal tunnel è necessario dare più credito a ciò che in effetti si è in grado di comprendere e un po’ meno a ciò che si tende a credere con facilità o per abitudine.
La chiave pratica per far questo, sono LE DOMANDE!
Si tratta di UN SINGOLO EVENTO, o esistono decine o centinaia di testimonianze relativi a casi analoghi?
Detto in altre parole:
Quanti casi “analoghi” sono stati osservati e riportati ai posteri?
ZERO!
Se quindi ci spingessimo ad ipotizzare decine o centinaia di combattimenti tra GRU e SERPENTE, ma solo IN UN CASO il serpente ha avuto la meglio… tutti questi “altri epiloghi” come li consideriamo?!?
Capisci cosa intendo?
OK il “mito” e la leggenda… ma UN SINGOLO CASO non dovrebbe essere percepito come EMBLEMA ASSOLUTO DI VERITA’… non trovi?
La storia “in breve” del combattimento tra Gru e Serpente (dimenticando che entrambi sono soggetti alla dualità taoista!)…
Si racconta che un giorno, mentre il maestro si accingeva a compiere le sue giornaliere meditazioni, si trovò ad assistere ad una lotta tra una gru ed un serpente.
Nell’osservare questa scena Chang San Feng si rese conto che il serpente riusciva ad avere la meglio sulla gru utilizzando movimenti morbidi, sinuosi e circolari.
Grazie a questi, riusciva infatti a schivare gli attacchi poderosi dell’animale…
(Ma VINCEVA contrattaccando con movimenti fulminei, secchi e precisi!!!)
Chang San Feng capì che in un combattimento la morbidezza e la flessibilità potevano battere la forza e la durezza.
Così inventò il Taiji quan
Ho scelto di mettere tra parentesi la frase in neretto, perchè sembrerebbe che la CONCLUSIONE del ragionamento, vada di fatto ad escludere cio’ che invece è stato risolutivo!
Gru e Serpente ? “FORSE” non si è capito molto bene!!!
Essendo studioso e praticante di tai ji da più di 20 anni, mi sono imbattuto centinaia di volte in “altri appassionati” affascinati dal mondo di questa straordinaria disciplina…
Se ci aggiungiamo la mia naturale propensione alla conversazione, non ti sarà difficile immaginare che in più di un’occasione da quella si è giunti a vere e proprie discussioni!
(Come accade in realtà OGNI VOLTA in cui almeno uno degli interlocutori interagisce attraverso CONVINZIONI invece che RAGIONAMENTI!)
La tendenza che ho riscontrato (e che deriva a mio parere anche dal modo in cui si riportano alcune storie) è stata quasi sempre di considerare IL MORBIDO, CEDEVOLE, YIN… come “la parte vincente”.
Ora, per chi “ha studiato” ad un certo livello, arrivare a considerare lo YIN per certi versi “più forte” dello YANG, non è certo qualcosa di scorretto in assoluto…
Tuttavia, qualsiasi CONVINZIONE arrogante, o TENTATIVO DI RAGIONAMENTO, risulterebbero “sterili” senza un CONTESTO che renda comprensibili le informazioni che si stanno valutando!
Il contesto TAOISTA infatti NON SEPARA lo YIN dallo YANG… anzi, sostiene dichiaratamente l’assenza di senso a considerare l’uno in assenza dell’altro!
NON ESISTE la gru che si muove SOLO in modo rigido e duro…
Come NON ESISTE il serpente che compia esclusivamente “movimenti sinuosi”!
Questo concetto, di solito sulla bocca di “ogni esperto” a mo di speculazione creditizia sul proprio sapere, è BUTTACASO TOTALMENTE ASSENTE “nei CONVINTI”…
Le scuole che “insegnano il tai ji come di difesa personale”, ad esempio, rappresentano da un lato UN PARADOSSO CONCETTUALE rispetto alla “teoria che sostengono”…
…dall’altro di solito si schierano verso una DISTORSIONE COGNITIVA sul piano pratico, il cui “motto” gravita attorno a concetti del tipo:
…se pratichi le tecniche della forma in “versione accelerata”, diventeranno un’arma inarrestabile in combattimento! (ovviamente senza poter mai “testare” in ambito non cooperativo!)
Peccato inoltre, che “la verità” sia legata a quel:
VINCEVA contrattaccando con movimenti fulminei, secchi e precisi!
In un’ottica COMPLETA, potremmo riassumere il senso della leggenda in qualcosa del tipo:
Mentre difendi cerca di essere morbido e sinuoso, ma attacca in modo fulmineo!
Già qualcosa di diverso, non trovi?
Anche possedendo una RARA E TALENTUOSA ABILITA’ nel morbido e sinuoso, presa per buona la sua valenza in ambito “difensivo”, va intesa come CAPACITA’ DI ANNULLARE L’EFFICACIA DEGLI ATTACCHI DELL’AVVERSARIO!
Per cui, se lo scopo è avere la meglio in un combattimento, bisogna anche presupporre che “LA VIA” per ottenerlo sia quello di “sfiancare o scoraggiare il proprio avversario” fino a farlo rinunciare!
Fermo restando il SENSO DELL’ASSUNTO TEORICO, se tuttavia hai avuto esperienze NELLA VITA REALE, ti sarà facile comprendere che le dinamiche del combattimento non permettono lo “stare in piedi di tale TEORIA”!
Una delle ragioni principali è rappresentato dalla discriminante PRINCIPALE:
IL LIVELLO DI ABILITA’!
Prima infatti di perdersi in discorsi VACUI sullo YIN o lo YANG vincente (fallaceo, lo ripeto, già nell’ottica taoista che li VUOLE IN ARMONIA, non IN CONFLITTO!), ha molto più senso fare riferimento al livello di abilità MARZIALE!
E’ QUESTO A FARE REALMENTE LA DIFFERENZA…
…molto prima dello stile, del tipo di arte, della scuola, del “principio filosofico abbracciato”!
E’ CHIARO QUESTO PASSAGGIO?
Prima di tirare in ballo la disciplina marziale, o la scuola, o lo stile… si tirino su le antenne e ci si concentri SUL LIVELLO DI ABILITA’!
Proprio in tal senso, il “kung fu cinese” (gong fu) ha fatto la differenza nel mondo delle arti marziali fino a divenirne un assunto.
Ecco quindi che lo scenario in nuce ad una serie di ragionamenti VERI, fa crollare molto velocemente l’insieme di distorsioni MITIZZATE e tramandate dalla cultura cinese…
…o quello che “A NOI” è giunto veramente!!!!!!
NON E’ UN CASO che “nemmeno in Cina si peschi nel mondo del tai ji quan” in contesti finalizzati AL COMBATTIMENTO REALE!
NESSUNO “SPECIALISTA” delle forze di polizia, o guardie del corpo USA IL TAI JI QUAN!!! Ok?!?
Conclusioni…
Ricapitolando…
…senza nulla togliere alla sacralità culturale del racconto su Chang Sun Feng…
…possiamo quindi concludere che il tai ji quan non rappresenti certo la disciplina più adatta ad esprimere una difesa personale efficace.
Tanto più se la si interpreta idolatrando “il sinuoso, morbido e lento” come UNICA chiave risolutiva o vincente in un confronto!
NON E’ COSI’ CHE VA INTERPRETATO il senso di quanto, in tutta probabilità, la leggenda in oggetto volesse far viaggiare nel tempo “come insegnamento”.
Senza alcun dubbio rappresenta invece la massima espressione pratica della filosofia Taoista, specie in quegli stili che conservano integro sia l’aspetto morbido che quello “duro”.
La SUPREMA INTERAZIONE POLARE insita nel tai ji, rappresenta la via più efficiente per guadagnare una condizione di ARMONIA, che nella saggezza popolare cinese è caratteristica dei “tempi di pace”…
In quelli di GUERRA si fa affidamento a ben altre discipline… più volte ad un linguaggio risoluto, e per certi versi in netta antitesi con la “filosofia del tai ji”.
Mi auguro che da questo breve articolo possano essere estratti dei ragionamenti UTILI ad una comprensione più chiara del mondo dei Tai ji ed il classico riferimento alla gru e serpente…
…per i miei allievi “ragionanti”…
…ma anche per chi, affascinato da questo mondo, si è sentito talvolta fuori posto a causa delle convinzioni ermetiche che “quasi sempre” fanno capolino in certe scuole a capo di “certi maestri”.
Se NON LO COMPRENDO, NON darò CREDITO!
(invece di ricercare il FARSI CONVINCERE!)
Se il docente è preparato e disponibile, sarà certamente in grado di rendere un concetto digeribile…
…senza usare misticismi o cavalcando CONVINZIONI FACILI in seno “bias cognitivi” diffusi ahimè, quanto l’anidride carbonica nell’aria che respiriamo…
-Zaijian-