Una delle costanti difficoltà in cui mi imbatto quando interagisco con qualcuno che sa del mio legame con il mondo delle arti marziali, è quello di aiutarlo a capire la differenza "tra ciò che crede lui", e ciò che in realtà corrisponda effettivamente al mio ruolo! ESSERE uno studioso di "gong fu" (ufficialmente si scrive in questo modo fastidioso!), è qualcosa di identificabile nell'attitudine costante al migliorare, allo sviluppare abilità. Ogni volta che qualche "presunto collega" (perchè con la maggior parte dei miei allievi questo non è mai successo!) si chiedeva e mi chiedeva per quale cavolo di motivo mi stessi dedicando al seguire e andare ad imparare da un formatore di marketing o di sistemi cognitivi, piuttosto che di leadership skills, di scienze motorie o più banalmente esprimessi il mio entusiasmo per qualche forma d'arte "apparentemente" fuori contesto, ho sempre provato un profondo disagio interiore per due motivi: 1) ero al cospetto di una persona talmente poco consapevole di ciò che significa gong fu che da li a qualche minuto mi sarei ritrovato invischiato in un limbo mentale "spigoloso" 2) quando il mio interlocutore era un "formatore", la mia serenità e la sua "falsa autostima", sarebbero state ben presto un VAGO RICORDO Onestamente, mi sono sempre esclusivamente sincerato che il docente fosse "un fuori classe", un VERO MAESTRO della specialità di cui era divenuto "formatore". La sua abilità nella materia di studio, e la mia di "apprendista", era il mio certificato di garanzia in termini di risultati che avrei ottenuto.
Categoria: SVILUPPO PERSONALE
L'ambiguità del titolo, vuole già essere un primordiale spunto di riflessione per questo particolare articolo... Chi lo legge potrebbe infatti interpretarlo in due modi: 1) Da allievo... intendendo la decisione di chi dovrebbe fargli da insegnante... 2) Da insegnante... alludendo alle "scelte" che caratterizzano un buon insegnante da quello mediocre al ciarlatano... In questi ultimi anni, ho visto farsi strada una sacco di "mosse" (per lo più di marketing) atte a FARSI SCEGLIERE come docente differenziandosi in un ambiente saturo di ogni tipo di guida, tuttavia, alla fine, i meccanismi con cui i potenziali allievi scelgono il proprio riferimento, per quanto ci si sforzi a voler "aiutare", vengono prese quasi esclusivamente su basi emotive o comunque attraverso dinamiche legate alle "convinzioni" (ergo, SENSAZIONI!) E' indiscutibile che, in ultima analisi, un potenziale allievo si affidi alla "credibilità" di un potenziale maestro... ma in tal senso si commettono un'atavica serie di errori cognitivi che conducono sempre ad un alto turn over come epilogo. (fatto salvo la casualità con cui si finisca per intercettare un talento affine al docente)
Insegnante o “Maestro”?
In vari articoli che puoi trovare anche qui in questo blog, ho trattato la questione "tipo di docente" con l'intento di offrire una maggior chiarezza... un mirino più efficiente che possa servire a centrare concretamente la guida GIUSTA. Senza obbligarti ad altre letture (che comunque puoi decidere di affrontare in completa autonomia) mi basta che tu comprenda un banale concetto che differenzia i due tipi di leader: INSEGNANTE: è la figura che sommariamente aiuta nell'imparare a viaggiare in autonomia! Non fornisce "la via" su cui camminare, ma tutti gli strumenti necessari a farlo "in libertà". MAESTRO: la stessa radice etimologica della parola fa riferimento alla "trave maestra"... in altre parole, si tratta di un riferimento il cui ruolo prevede anche la definizione della via sulla quale viaggiare.
Saper intercettare le reali esigenze e lo scopo di un potenziale allievo
Se dovessi darti un parere ONESTO e DIRETTO da insider sull'argomento, ti direi che la stragrande maggioranza dei docenti, è in realtà INCAPACE o NON SUFFICIENTEMENTE INTERESSATO ad aiutare in tal senso. Nel corso degli ultimi 30 anni non ho potuto non notare la gara ad accalappiarsi più allievi possibili indipendentemente dalle reali esigenze di chi cercava un APPRODO SICURO durante il proprio viaggio. - Nessun target dichiarato con onestà da parte delle scuole... l'importante era vendere il corso "a tutti"!!! (SIAMO ONESTI... quante volte hai letto claim pubblicitari che rimarcavano l'idiozia dell'essere IL PRODOTTO GIUSTO PER CHIUNQUE?!?!?!) - Nessun RISULTATO CERTO dichiarato!!! Tu intanto paga... se i risultati non arrivano è COLPA DELL'ALLIEVO! (VERO che spesso un individuo è CONVINTO di risultati alla propria portata fino al giorno in cui si tratta di pagare il prezzo per ottenerli... in questi casi, un docente onesto prende in mano la situazione e con franchezza fa un PUNTO ONESTO con lo studente e RIvaluta insieme a lui il margine o meno di possibile adattamento... ma accade molto di rado, e comunque l'allievo HA PAGATO UN BEL PREZZO PER DIVENIRNE CONSAPEVOLE!) - NESSUNA REALE COMPETENZA DA FORMATORE... ex sportivi dal passato in cui hanno ottenuto risultati agonistici; invasati o EGOMANI "ex invasabili" in cerca di adepti che alimentino la filiera gerarchica di cui ORA si trovano ai piani alti se non al vertice; persone sommariamente oneste, ma "scarsamente competenti" che intrattengono a pagamento altre persone che cercano una distrazione dai problemi quotidiani. ECCO... dietro ad alcune incapacità come formatori, si possono potenzialmente celare un sacco di figure diverse... Se si tratta di corsi "attraverso cui staccare la spina", fondamentalmente IL PROBLEMA NON SUSSISTE! Ma se si tratta di "percorsi formativi a sfondo SVILUPPO O CRESCITA PERSONALE", allora l'antifona cambia e come!!! Mettersi nelle mani di un incompetente inconsapevole (o disonesto... fa poca differenza a lato pratico) ESPONE AD UN RISCHIO TROPPO GRANDE PER NON ESSERE PRESO IN CONSIDERAZIONE! Ergo, se non si è totalmente FOLLI o pre-condannati da PIGRIZIA, PRESUNZIONE o ARROGANZA, si farebbe bene a drizzar le antenne, ed evitare come la peste di CERCAR DI NON PAGARE IL PREZZO PER I RISULTATI CHE SI VANNO CERCANDO!
I percorsi di crescita e sviluppo personale hanno sempre un prezzo da pagare MOLTO ALTO!
...se sei in grado di comprendere questo concetto, allora DEVI STARE LONTANO da qualsiasi corso e (specialmente) da qualsiasi DOCENTE che ti offra SOLUZIONI "FACILI" (o "difficili" ma senza indagare minimamente le reali esigenze che stai cercando di appagare come studente) Se invece come "docente", fai parte di quella categoria di individui che IN BUONA FEDE non aveva mai preso in considerazione lo SVILUPPO DI ABILITA' COME FORMATORE, allora puoi porvi rimedio iniziando ora! Se invece sei UN "INSEGNANTE DI KUNG FU", ed hai almeno coscienza della differenza che passa tra il concetto di arte marziale (WU SHU) e quello di tempo ed energia impiegato per sviluppare abilità e migliorare (GONG / KUNG FU),beh... ...temo ci sia bisogno di un'urgente BAGNO DI UMILTA' e corsa al RIMETTERSI A STUDIARE VERAMENTE!!! Cosa che, tra l'altro, un insegnante di kung fu non dovrebbe MAI SMETTERE DI FARE di default... Buona riflessione...
Zaijian -Sergio-
Nonostante siano passati 6 anni dall’ultima volta che ho scritto un articolo sul “famigerato GIUDIZIO”, mi rendo perfettamente conto che c’è un bisogno sconfinato di chiarezza e di affiancare la CAPACITA’ DI COMPRENDERE all’ONNIPOTENTE “ATTIVITA’ DEL CREDERE”.
Quotidianamente mi imbatto in sproloqui sulla libertà, la fede, il benessere, il pensiero positivo e sto benedetto GIUDIZIO che si è ormai guadagnato una marmorea reputazione di male assoluto!
Ma siamo sicuri di avere compreso DOVE STIA IL PROBLEMA?!?
L’essere umano è senza dubbio un animale sociale, e per questo non può vivere senza comunicare.
Qualcosa di talmente importante, che dovrebbe accendere un campanello d’allarme ogni santa volta in cui “questo bisogno primordiale” finisce per rivelarsi un portale spalancato per frustrazioni e malessere in generale!
A chi non è mai capitato di ritrovarsi invischiato in “discussioni” (o ancora peggio in veri e propri litigi!) che lo coinvolgono direttamente o come semplice spettatore?
Cos’è che si nasconde dietro a questo fenomeno (purtroppo) tanto diffuso?
Mettiti comodo, e proviamo a ragionarci con calma…
Chi frequenta il mondo “SANO” delle arti marziali tradizionali (ma in realtà anche qualsiasi corso che contempli una CRESCITA PERSONALE “VERO”), si dovrebbe essere imbattuto nel concetto:
“STUDIO VERTICALE e STUDIO ORIZZONTALE”.
Al di là delle speculazioni marziali che prendono forma da questo concetto, trovo che in questo particolare periodo storico (segnato dal COVID) sia un argomento su cui vale la pena schiacciare qualche riflessione in più…
Una delle cose che mi sta colpendo in questo “periodo del covid”, gravita attorno ad un fenomeno che, sommariamente, vede una certa “diffusa sensibilità innegabile” che manda in tilt la capacità di ragionare in prossimità dell’epilogo.
In altre parole:
La maggior parte delle persone “capta/intercetta” il problema comune, ma la procedura interna finisce inevitabilmente per “polarizzare” gli epiloghi, e concludere in un costante “puntare il dito sulla stupidità dell’altra fazione“!
Ora… questo fenomeno sociologico, non è certo “qualcosa di nuovo”.
Anzi, a dire il vero “l’ultima versione del Marketing attualmente più efficace”, si fonda proprio sui medesimi cardini.
Ma la domanda che sarebbe utile porsi è:
“Ma che cazzo sta succedendo al cervello delle persone?!?!”
Perchè in una società dove circolano liberi AVVOLTOI e SCIACALLI faresti meglio ad avere le idee ben chiare…
Questo non è sicuramente il primo articolo che scrivo sulla rabbia, e probabilmente non sarà neppure l’ultimo… (purtroppo)
In una società composta da “persone comuni” abituate a navigare col pilota automatico, capita sovente di incappare in qualche “forma di vita opportunista” intimamente persuasa (e non a torto) di poter intascare affari facili attraverso degli incontri più o meno casuali.
La verità che si fatica a digerire, e soprattutto inquadrare con chiarezza, è la FOLLIA che imperversa in relazione alla mistrattata emozione della rabbia.
Visto che mi sono imbattuto nell’ennesimo saprofago emotivo giusto qualche giorno fa, ho deciso di “cogliere l’occasione” per ribadire alcuni concetti che sarebbe ora venissero definitivamente compresi e fatti propri.
SENZA PRETESA ALCUNA, e nella legittimazione del “libero arbitrio umano”.
EVITARE DI ESSERE UNA VITTIMA DELLA PROPRIA IGNORANZA (e della furbizia altrui), oggi è una scelta… NON UN OBBLIGO!
Una delle verità che più mi perplime quando interagisco con alcune persone, è la più o meno VACUA e FUMOSA idea confusa che si ha in merito al concetto di AUTORITA’ e dalle due parole che ne derivano: AUTORITARISMO e AUTOREVOLEZZA.
Le mie perplessità nascono dal semplice fatto che ogni organizzazione sociale viene atavicamente strutturata in base a due concetti che da essa derivano: ordine e gerarchia.
Paradossalmente, proprio la maggior parte delle persone che “ne parla a sproposito”, poi mostra un latente bisogno di contatto con la natura e “le sue regole” primordiali…
Ti sei mai imbattuto nel detto orientale riferito alla preoccupazione:
“SE c’è soluzione, cosa ti preoccupi a fare…?
…se NON c’è soluzione, cosa ti preoccupi a fare…?”
Quante volte ti è capitato di “sentirti oppresso” dalle preoccupazioni dei tuoi genitori, di amici, persino di semplici conoscenti un po’ troppo apprensivi?
Fermo restando l’intenzione affettiva bonaria che NON deve essere messa in discussione, siamo veramente sicuri di aver capito cosa si celi dietro?
Se la pura curiosità o la voglia di capirci meglio senti che si fanno spazio dentro di te, prosegui nella lettura e ne uscirai con un sacco di spunti utili ed alcuni strumenti pratici.
Il tradurli nella vita reale potrà non solo fare la differenza sul tuo stato d’animo, ma rivelarsi una pietra miliare nel cambiamento dei tuoi rapporti affettivi…